Oltre il drenaggio: dalla gemmoterapia classica alla fitoterapia embrionale

Alla luce della loro immensa ricchezza biologica, non utilizzare i tessuti meristematici a scopi terapeutici significherebbe perdere la parte più vitale del vegetale. Pol Henry, il primo a dedicarsi in modo sistematico allo studio e alla sperimentazione dei meristemi e nel parlare di fitoembrioterapia, la descrive come “sistema terapeutico basato sull’energia potenziale dei vegetali”. Il regno minerale, rappresentato dal suolo e dai suoi minerali, il regno vegetale rappresentato dai meristemi e il regno animale rappresentato dall’uomo sono profondamente e indissolubilmente legati tra loro. Insieme all’embriogenesi infinita, le piante sono caratterizzate da un altro straordinario processo: la fitoautotrofia. Secondo il Dr. Henry “si può affermare che la fitoautotrofia vegetale è il processo centrale attorno al quale gravita tutta la vita terrestre attuale”. Tramite la fotosintesi i vegetali captano i fotoni della luce solare e, per mezzo della clorofilla, delle sostanze inorganiche, dell’acqua e dell’anidride carbonica, formano il glucosio e da questo le proteine, i lipidi e tutto quello che serve per la vita vegetale e animale. Le piante appaiono dunque come fonte insostituibile di queste sostanze per la vita animale. I tessuti meristematici e le cellule staminali vegetali, in cui è concentrata tutta l’energia vitale, la memoria biologica, l’informazione genetica, la potenzialità della pianta, sono capaci di attivare molteplici processi biologici e di apportare un valido contributo terapeutico all’organismo sofferente, rappresentando risorse illimitate di rimedi curativi.

La gemmoterapia, o meristemoterapia, fa parte di quella che viene definita fitoterapia rinnovata. Alla Gemmoterapia Classica (GC) si sta sempre più affiancando la Fitoterapia Embrionale (FE), i cui rimedi sono estratti concentrati di cellule staminali vegetali (Plant Stem Cells PSC). Sia la GC sia la FE utilizzano a scopo terapeutico estratti di tessuti embrionali (gemme, giovani getti ecc..); questi mantengono le facoltà anaboliche totali delle primitive cellule vegetali della pianta capaci di sviluppare tutte le potenzialità, cosa che le cellule adulte differenziate hanno perso. Pur essendo simili, i rimedi in GC e FE si distinguono in termini di concentrazione. Nella realizzazione di questi preparati, non si ricorre a nessuna temperatura troppo elevata che possa degradare le preziose sostanze contenute nelle piante, né a nessun congelamento che ne possa modificare la struttura cellulare. Dopo un’accurata pulitura, le parti vegetali fresche, ossia i tessuti meristematici raccolti nel loro tempo balsamico, sono sistemate in stufa e vi sono lasciate fino al raggiungimento del peso costante; il materiale vegetale viene quindi posto a macerare per tre settimane in una miscela di alcool e glicerina, la cui quantità è calcolata in modo da ottenere un prodotto finale che corrisponde a 20 volte il peso della materia prima riportata allo stato secco. Segue una decantazione/macerazione di 28 giorni con successiva filtrazione sotto pressione costante; le restanti parti vegetali sono calcinate e dal residuo della calcinazione si estraggono i sali da cui si ottengono gli oligoelementi che verranno aggiunti al macerato madre. Il filtrato viene lasciato riposare per 48 ore e sottoposto a una ulteriore filtrazione. Si ottiene così il macerato glicerico (M.G.) di base o macerato madre appunto. Questo, tal quale, costituisce il rimedio PSC della FE, che quindi ha una concentrazione 10 volte superiore a quella del rimedio gemmoterapico classico; il gemmoderiv

Nel drenaggio biologico trovano forse la loro espressione migliore sia i LES sia i PSC; questi ultimi, in aggiunta, grazie all’elevata concentrazione, costituiscono un valido strumento per ristabilire e conservare l’equilibrio naturale, esaltando e potenziando lo stato di salute, fornendo all’organismo l’impulso energetico, la scintilla di vita delle cellule staminali vegetali, risorse curative dalla potenzialità illimitata.

Se da un lato per scegliere il rimedio più efficace occorre valutare quale sia il distretto, l’organo, l’apparato, il sistema o tessuto colpito, in base all’organotropismo, ricordando che caratteristica peculiare degli estratti meristematici è appunto la selettività/affinità per una particolare struttura corporea, dall’altro bisogna considerare che la scelta dell’uno o dell’altro rimedio, di estratti meristematici più o meno concentrati, quindi di PSC o LES, dipende anche dal livello di intossicazione organica, compromissione delle funzionalità, dal conseguente quadro patologico e se l’accumulo di scorie metaboliche interessa solo la ECM o coinvolge anche gli spazi intracellulari. Non solo è necessario annullare la presenza delle tossine nella ECM, ma occorre eliminare anche le tossine intracellulari, se presenti, e trasportarle, attraverso la ECM, preventivamente risanata, agli organi emuntoriali, ulteriore bersaglio di drenaggio, convogliando in senso centrifugo ed espellendo dall’organismo le tossine, sia esogene sia endogene. A differenza dei drenanti fitoterapici (tinture, estratti, polveri, tisane ecc.) che agiscono a livello mirato sulle tossine e sugli organi, gli estratti meristematici agiscono non solo su questi ma anche ai vari livelli di matrice, extra e intracellulare, nonché su turbe e perturbazioni enzimatiche del sistema reticoloendoteliale, ossia del sistema dei fagociti mononucleati, di quell’insieme di cellule (reticolari, collocate nei polmoni, nella milza, nel midollo osseo e nei linfonodi; macrofagi; cellule di Kupffer, situate nel fegato) che hanno la proprietà di inglobare nel proprio citoplasma e di digerire particelle di varia natura, svolgendo una duplice funzione, di depurare il sangue, la linfa e i tessuti da qualunque materiale anomalo, e di collaborare con le cellule del sistema immunitario (in particolare con i linfociti T) nelle reazioni di difesa immunitaria dell’organismo.

Poiché le applicazioni terapeutiche degli estratti meristematici, siano essi PSC o LES, coinvolgono la totalità dell’organismo, dall’apparato cardiovascolare a quello muscoloscheletrico e ostearticolare, dall’urogenitale al digerente, dal sistema nervoso a quello immunitario, dal sistema endocrino all’apparato respiratorio, i campi di intervento possono essere a vasto raggio: dermatologia, allergologia, ginecologia, ematologia, oncologia, infettivologia, pediatria, psichiatria, geriatria, oftalmologia, odontoiatria.

Da tempo le cellule staminali vegetali (PSC) sono impiegate negli atleti per fornire maggiore sostegno e ottenere migliori prestazioni, nei bambini per problemi legati alla crescita, come terapia sostituiva nel processo di invecchiamento, nella rimarginazione di ferite. La terapia con PSC, infatti, aumenta la resistenza durante l’esercizio fisico, favorisce la guarigione in seguito a malattie e ospedalizzazioni, rallenta l’invecchiamento cutaneo e corporeo, rafforza i muscoli, riduce il peso e i grassi corporei in eccesso, incrementa la memoria, migliora la capacità visiva, rende la pelle liscia, tonica, compatta, ostacola l’osteoporosi per la loro azione osteoblastica, migliora il sonno. Le PSC rappresentano dunque un trattamento innovativo nel campo della medicina complementare e consente ulteriormente al medico di far propria la massima latina “Primum non nocere –  per prima cosa non nuocere” in virtù del fatto che questo tipo di terapia è efficace senza creare alcun rischio per l’uomo. Inoltre le PSC potenziano il potere terapeutico della natura, che è innato in ogni essere umano. A differenza dei rimedi allopatici che sopprimono o eliminano solo i sintomi, le PSC rimuovono le cause della malattia, agendo in toto sul paziente per ripristinare e salvaguardare lo stato di salute e di benessere. A ciò si aggiunge che l’efficacia degli estratti meristematici risiede nella somma dei principi fitochimici contenuti nella pianta; un componente specifico isolato non riuscirebbe ad avere la stessa efficacia data invece da tutto lo spettro dei principi fitochimici. La coesistenza in questi estratti delle cellule staminali vegetali, dei fitormoni e della molteplicità di preziose sostanze fanno sì che, su un piano olistico, l’individuo riceva con potere sinergico l’informazione genetica, la terapeutica potenzialità e l’energia vitale della pianta.

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