Trattamento cellulite Cellulo Reducto

CELLULO REDUCTO PSC™ BIO: Cellule staminali vegetali per la cellulite .

Linfa di betulla, gemme di ribes nero, frassino, castagno e nocciolo: questi gli estratti concentrati di cellule staminali vegetali formulati da Forza Vitale per il sostegno nutrizionale nel trattamento della cellulite.

In virtù delle sue proprietà (drenante e tonico stimolante, rimineralizzante e antiCELLULO_REDUCTO_PSC_FORZA VITALEflogistica), la linfa di betulla (Betula pendula var. verrucosa) trova valido impiego nella cellulite, poiché, oltre a contrastare la ritenzione idrica per attivazione della diuresi, riduce anche l’impastamento e la componente algica. All’azione antinfiammatoria della betulla si affianca sinergicamente quella del ribes nero (Ribes nigrum), le cui attività principali ne fanno un tonico generale, un depurativo, un diuretico, un antinfiammatorio appunto, nonché un vaso protettore. Al ribes si affianca il frassino (Fraxinus excelsior) che potenzia la riduzione dei processi infiammatori sottocutanei e, grazie alla oxycumarina, componente ad azione fluidificante del sangue, contribuisce a ridurre le congestioni venose. Se le gemme del frassino manifestano un organotropismo per le vie urinarie e per l’apparato locomotore, dove quindi le proprietà diuretica, uricosurica e ipocolesterolemizzante si manifestano maggiormente, le gemme del castagno (Castanea vesca) presentano un organotropismo elettivo nei confronti dei vasi linfatici a livello dei quali esercitano azione di drenaggio. L’organotropismo del nocciolo (Corylus avellana) si rileva soprattutto per il tessuto connettivo, dove esplica le sue proprietà antisclerotiche, poiché contribuisce a ripristinare l’elasticità dei tessuti.

Queste cinque piante dalle proprietà molteplici e complementari possono dunque rappresentare un valido strumento terapeutico nel trattamento di un disturbo patologico complesso come la cellulite; ancor più se ad essere impiegate sono le loro cellule staminali vegetali, efficacemente formulate in CELLULO REDUCTO PSC™ BIO.

CELLULITE: rigenerare i tessuti nutrendoli in profondità

Termini per descrivere la celluliteCos’è esattamente la cellulite? Un inestetismo cutaneo? Uno stato infiammatorio? Una malattia? Come bisogna intervenire? Diversi sono i termini sinonimi di cellulite (tabella 1), come diverse sono le condizioni fisiopatologiche che colpiscono il derma e i tessuti che lo compongono e lo sostengono (pannicolo adiposo e strato muscolare). La cellulite è da intendersi come una patologia multifattoriale con connotati sia estetici sia funzionali. È una problematica complessa che interessa microcircolo, sistema linfatico e matrice extracellulare. Il disordine caratteristico della cellulite è infatti dato da cambiamenti endocrino-metabolici con coinvolgimento del sistema microcircolatorio. Il tessuto connettivo e quello adiposo si modificano determinando alterazioni nel flusso ematico e linfatico, con una serie di eventi che vanno dall’iniziale edema interstiziale alla fibrosi connettivale fino alla sclerosi tissutale (tabelle 2 e 3).

Nel passare attraverso i quattro stadi della cellulite si assiste al coinvolgimento delle diverse strutture nei differenti distretti cutanei, con l’instaurarsi di un circolo vizioso e di fenomeni cronicizzanti. La cellulite si presenta come una patologia da deposito dell’interstizio-derma. La stasi ematica e linfatica, l’accumulo di cellule adipose, le alterazioni connettivali e vasali determinano insufficiente ossigenazione cellulare, mancato apporto di elementi nutritivi, ristagno di tossine metaboliche, con conseguenze sul normale equilibrio fisiologico, metabolico e circolatorio.

Lo stadio della cellulite da trattare è indubbiamente un fattore decisivo per la tipologia di intervento terapeutico; una cellulite ai primi stadi, quando il problema è legato ad un quadro di stagnazione dei liquidi sottocutanei, rappresenta un profilo meno complesso rispetto a una cellulite più avanzata con presenza di formazioni nodulari.

Senza dimenticare che un sano stile di vita e corrette abitudini alimentari contribuiscono in modo determinante al successo del trattamento, occorre agire in profondità, ripristinando l’omeostasi cellulare e quindi tissutale, attraverso la stimolazione del naturale processo antinfiammatorio e la rigenerazione dei tessuti. L’azione efficace e poliedrica degli ormoni vegetali in essi contenuti ad alte concentrazioni fa dei prodotti a base di cellule staminali vegetali un valido rimedio nella terapia della cellulite.

stadi della cellulite

Influenza_ekinflu

Ekinflu : Sostegno e stimolo per il benessere del sistema immunitario

Echinacea
Fiore di Echinacea

Complesso spagyrico sapientemente formulato, EKINFLU rappresenta un vero e proprio enhancer del sistema immunitario: grazie alla sinergia dei suoi ingredienti, stimola le naturali difese dell’organismo e offre un valido sostegno in caso di deficit immunitari, disturbi stagionali, infezioni. La sua formulazione garantisce un ampio spettro di azione grazie alla presenza di:

  • Echinacea: definita come la pianta immunitaria, è impiegata secondo la tradizione per le sue proprietà immunostimolanti, a livello sia profilattico sia curativo; complesso è il suo insieme dei costituenti, rappresentati da un’ampia varietà di sostanze con effetto e potenza differenti. Alcuni principi hanno una spiccata azione antimicrobica, altri modulano o stimolano diverse componenti della rete immunitaria; la specie Angustifolia presenta livelli più elevati di echinacoside (dall’azione antibiotico simile) e di polisaccaridi (dall’azione antiinfiammatoria e immunostimolante);
  • Arpagofito: la British Herbal Pharmacopoeia riconosce a questa pianta, originaria dell’Africa del Sud, proprietà analgesiche, sedative e diuretiche; ufficiale anche nella Farmacopea Europea, è largamente impiegata per le sue azioni antiinfiammatoria, analgesica, antireumatica, nonché antiossidante, immunomodulatoria e, secondo la medicina tradizionale indiana, stimolante del sistema linfatico;
  • ™ Mirra: oleoresina di biblica memoria, è largamente usata nella Medicina Tradizionale Cinese, così come in quella Ayurvedica; anche la Medicina occidentale le riconosce attività antisettica, antimicrobica, analgesica e antiinfiammatoria; studi condotti da Piero Dolara, docente dell’Università di Firenze, e pubblicati sulla rivista Nature, confermano che la mirra è un potentissimo analgesico e ha lo stesso meccanismo d’azione della morfina;
  • ™ Origano: già Ippocrate lo impiegava come antisettico e nella cura di disturbi gastrici e respiratori; il nome comune deriva dal greco, dall’antico ὀρίγανον (origanon), a sua volta derivato dall’unione di ὄρος  (oros), ‘montagna’, e γάνος (ganos), ‘gioia, delizia’, quindi ‘delizia della montagna’; fonte naturale di vitamine, minerali, acidi grassi polinsaturi e aminoacidi, oltre a uno spiccato effetto antiossidante, l’olio essenziale di origano, grazie alla presenza di fenoli quali timolo e carvacrolo, esercita una potente azione antibatterica, ampiamente dimostrata da numerosi studi;
  • ™ Timo: sono note sin dall’antichità le sue proprietà antisettiche; al timolo, contenuto in tutte le parti della pianta, si deve, oltre che il suo forte aroma, soprattutto la sua azione antibatterica;
  • ™ Santoreggia: il suo olio essenziale, antimicotico, espettorante, carminativo, cicatrizzante, astringente e vermifugo, svolge anche un’azione disinfettante e protettiva, oltre che immunostimolante e antinfettiva; per le sue elevate capacità battericide, trova impiego in caso di tonsilliti, laringo-tracheiti o di faringiti, così come in tutti i malanni della gola di origine batterica e per curare la tosse da infiammazione delle mucose;

In virtù di questa sinfonia di principi attivi e delle loro proprietà, EKINFLU di Forza Vitale, oltre a essere un valido integratore da assumere in stati di immunodeficienza, trova efficace impiego anche nell’integrazione nutrizionale di infezioni virali (es. Herpes zoster, Herpes Simplex), batteriche e fungine, in caso di raffreddore comune, stati influenzali, bronchiti, tonsilliti, placche, faringiti, laringiti, nonché vaginiti.

Articolo Sponsorizzato da:
Forza Vitale Italia Srl

GAMBE PESANTI: L’importanza di un aiuto adeguato

Gambe peasnti - Castanea CompostaSorbo, mirtillo, pioppo nero, castagno, olivo e ippocastano sono le piante sinergicamente attive contenute in CASTANEA COMPOSTA, una miscela di gemmoderivati classici formulata per favorire la naturale circolazione linfatica e supportare la tonicità dei vasi. Analizzando infatti i suoi componenti, risulta una integrazione degli effetti benefici di queste sostanze venotrope capillaroprotettrici: il sorbus domestica, considerato un rimedio specifico per le vene, ne tonifica la parete, ne combatte l’infiammazione e riduce i fenomeni di congestione; agendo inoltre positivamente sulla viscosità del sangue, migliora la sintomatologia correlata all’insufficienza venosa cronica. Anche il vaccinium myrtillus, grazie al contenuto in cumarine rende il sangue più fluido. Capace di normalizzare lo spessore del collagene capillare, il mirtillo contiene anche antocianine ad azione antinfiammatoria, antiossidante e vaso protettrice. Il populus nigra contribuisce a mantenere una certa fluidità del sangue e a evitare la formazione di microtrombi; a livello del sistema vascolare, soprattutto a livello delle gambe, svolge azione di tipo antisclerotica e antispasmodica arteriale. Le gemme di castanea vesca rappresentano un rimedio elettivo nel drenaggio del sistema venoso linfatico. Gli effetti di queste piante sono poi favorite dall’azione di sostegno dell’olea europaea per il benessere del sangue e della sua corretta circolazione. L’impiego delle gemme (da preferirsi, rispetto alla pianta adulta, poichè prive di principi tossici) di aesculus hippocastanum nella terapia delle patologie vascolari è ormai da tempo consolidato; dall’azione antiflogistica e antiedemica, l’ippocastano attiva la circolazione sanguigna, stimola il ritorno venoso e sostiene il tono delle vene.

PSC™ AESCULUS HIPPOCASTANUM è l’estratto di cellule staminali vegetali che offre, come variante altamente concentrata dei classici gemmo derivati, le proprietà di questa pianta, rimedio d’elezione per gli edemi e gli stati trombotici e, in particolare, per l’insufficienza venosa cronica. L’ippocastano deve le sue azioni a diversi componenti; in particolare l’escina, il principale componente fitochimico attivo, determina la riduzione del flusso transcapillare di acqua e proteine. Numerosi sono gli studi clinici a sostegno degli effetti benefici dell’ippocastano nel trattamento dell’insufficienza venosa cronica e di edemi periferici, oltre che della sua attività diuretica e di riequilibrio elettrolitico, del suo impiego come antitrombotico, antinfiammatorio e nella riduzione di ematomi e infiammazioni post-operatorie e post-traumatiche.

L’azione spiccatamente drenante dei gemmoderivati classici contenuti in CASTANEA COMPOSTA e la stimolazione diretta delle funzionalità organiche di PSC™ AESCULUS HIPPOCASTANUM rappresentano un adeguato supporto nutrizionale, insieme a uno stile di vita sano, nell’attenuare e risolvere i disturbi da gambe pesanti.

Tintura di Fava (Vicia faba) utile nella prevenzione e nella strategia per il controllo della neuro degenerazione parkinsoniana

La fava (Vicia Faba, L. 1753), chiamata dai greci “κύαμος” – kyamos, era una pianta molto rispettata dagli antichi perché ritenuta consacrata agli Dei (diis in sacro est).

Appartenente alla famiglia delle leguminose, la fava custodisce diverse proprietà terapeutiche: potere astringente, antispastico e diuretico sono attribuiti ai suoi baccelli, utili nel trattamento delle infiammazioni delle vie urinarie; i fiori hanno azione antispastica e calmante, impiegati nelle affezioni renali e nelle coliti. La farina ricavata dai semi, bollita in acqua, è utile per trattare le diarree; masticare fave secche aiuta nei catarri intestinali. La tradizione vede l’utilizzo delle fave secche per ridurre la nausea gravidica e per lenire bruciori di stomaco.

La vicia faba deve le sue caratteristiche alla presenza di sostanze dall’alto valore nutritivo: flavonoidi, aminoacidi quali metionina, cistina, lisina, acido aspartico, acido glutammico, alanina, arginina, leucina, tirosina, treonina, triptofano e valina; sali minerali come calcio, fosforo, sodio, potassio, ferro, magnesio, zinco e selenio; vitamine quali A, gruppo B (in particolare B1, B2, B3, B5 e B6), E, K, PP e C, che, oltre a proteggere l’organismo dalle malattie, favorisce anche l’assorbimento del ferro presente (Nda: ancora una volta la natura si dimostra straordinaria creatrice di equilibri vitali).

Il profilo delle sostanze contenute nella vicia faba è arricchito, da un punto di vista terapeutico, dalla presenza della Levodopa (L-Dopa, 4-diidrossi-l-fenilalanina), l’aminoacido precursore di un importante neurotrasmettitore, la Dopamina. La L-Dopa rappresenta tuttora il Gold Standard nel trattamento di una delle più frequenti malattie degenerative del sistema nervoso centrale, il morbo di Parkinson.

Dopo la sintesi del suo racemo del 1911, il suo isomero ‘L’ fu isolato per la prima volta nel 1913 proprio dalla Vicia Faba. Studi clinici, condotti su consumo alimentare di fava e morbo di Parkinson,  hanno rivelato da un lato un aumento dei livelli plasmatici di L-Dopa, dall’altro un prolungamento della risposta motoria insieme a un miglioramento delle performance motorie nei pazienti parkinsoniani osservati.

Dai continui progressi nella comprensione delle attività fisiologiche delle molteplici sostanze vegetali e da recenti studi dell’azione di alcune sul controllo dei sintomi e sul trattamento preventivo, è emerso che le potenzialità terapeutiche della Vicia Faba nel morbo di Parkinson sono legate alla presenza non solo di L-Dopa ma anche di altre preziose molecole.

Da un punto di vista fisiopatologico, nei neuroni dopaminergici nigrostriatali, che nel Parkinson vanno incontro a una selettiva e progressiva degenerazione, con conseguente deplezione di dopamina, sono stati evidenziati markers di stress ossidativo, in particolare di perossidazione lipidica, danno ossidativo al DNA, modificazioni carboniliche in proteine solubili e alterazioni nel complesso I mitocondriale, con disfunzioni appunto nei mitocondri; recenti dati hanno inoltre dimostrato che nel cervello parkinsoniano si ha un aumento sia dei livelli sia dell’attività della superossido dismutasi (SOD) manganese dipendente, a conferma ulteriore del coinvolgimento dello stress ossidativo nella patofisiologia del Parkinson.

Diverse sono le sostanze che hanno dimostrato effetto antiossidante e attività modulatrice sul metabolismo energetico cellulare; tra queste la creatina, sintetizzata da fegato, rene e pancreas a partire dai tre aminoacidi arginina, metionina e glicina, si è dimostrata efficace in diversi modelli animali di patologie neurodegenerative ed è attualmente oggetto di studio in clinical trials nei primi stadi del Parkinson. Arginina, metionina e glicina sono tutti presenti nella Vicia Faba, in cui peraltro si trovano alti livelli di flavonoidi; la loro azione antiossidante può avere effetto protettivo anche a livello neuronale.

A queste molecole si aggiungono i brassinosteroidi, ormoni vegetali, simili agli ormoni steroidei animali,  regolatori dei processi di crescita, i cui maggiori effetti fisiologici nelle piante comprendono la regolazione del bilancio ormonale, dell’attivazione di proteine, della sintesi di acidi nucleici, dell’attività enzimatica, l’aumento della resistenza a fattori ambientali sfavorevoli, stress e malattie. Un recente studio ha evidenziato come il 24-epibrassinolide (24-Epi), presente nella Vicia Faba, aumenti nelle piante le attività enzimatiche antiossidanti della superossido dismutasi, della catalasi e della glutatione perossidasi, appartenenti alla classe delle ossido reduttasi, riducendo la produzione dei ROS (Reacting Oxygen Species). Le proprietà antiossidanti dei brassinosteroidi, chiaramente evidenti nelle piante, suggeriscono in maniera rilevante che questi composti esercitano un ruolo antiossidante e neuro protettivo anche nei mammiferi, attraverso la modulazione dei processi apoptotici, laddove i loro effetti anticancro e antiproliferativi su linee cellulari umane sono stati già dimostrati.

L’applicazione terapeutica della Vicia Faba vede quindi unire in modo complementare all’azione rilevante della L-Dopa, molecola ormai storica, quella emergente dei brassinosteroidi, molecole naturali che si propongono nella prevenzione e nelle strategie complementari per il controllo della neuro degenerazione, come nel morbo di Parkinson.

BIBLIOGRAFIA
J. Carange et al, “24-Epibrassinolide, a Phytosterol from the Brassinosteroid Family, Protects Dopaminergic Cells againstMPP+-Induced Oxidative Stress and Apoptosis”, Journal of Toxicology, Volume 2011, Article ID 392859, 13 pages
O. Hornykiewicz et al, “L-DOPA: from a biologically inactive amino acid to a successful therapeutic agent.”, Amino Acids. 2002;23(1-3):65-70.
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P.A. Kempster et al, “Motor effects of broad beans (Vicia Faba) in Parkinson’s disease: single dose studies”, Asia Pacific J Clin Nutr (1993) 2, 85-89
L.C.S.L. Morais et al, “Plants and Bioactive Compounds for the Treatment of Parkinson’s Disease”, Arquivos Brasileiros de Fitomedicina Científica • Vol1 • número 3 • dezembro 2003

J. M. Rabey et al, “Improvement of Parkinsonian features correlate with high plasma levodopa values after broad bean (Vicia Faba) consumption “,  Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry 1992;55:725-727

J. M. Rabey et al, “Broad bean (Vicia Faba) consumption and Parkinson’s disease.”, Adv Neurol. 1993;60:681-4.
M. E. Daxenbichler et al, “Seeds as Sources of L-Dopa”, Journal of Medicinal Chemistry, 1971, Vol. 14 No. 5.

Oltre il drenaggio: dalla gemmoterapia classica alla fitoterapia embrionale

Alla luce della loro immensa ricchezza biologica, non utilizzare i tessuti meristematici a scopi terapeutici significherebbe perdere la parte più vitale del vegetale. Pol Henry, il primo a dedicarsi in modo sistematico allo studio e alla sperimentazione dei meristemi e nel parlare di fitoembrioterapia, la descrive come “sistema terapeutico basato sull’energia potenziale dei vegetali”. Il regno minerale, rappresentato dal suolo e dai suoi minerali, il regno vegetale rappresentato dai meristemi e il regno animale rappresentato dall’uomo sono profondamente e indissolubilmente legati tra loro. Insieme all’embriogenesi infinita, le piante sono caratterizzate da un altro straordinario processo: la fitoautotrofia. Secondo il Dr. Henry “si può affermare che la fitoautotrofia vegetale è il processo centrale attorno al quale gravita tutta la vita terrestre attuale”. Tramite la fotosintesi i vegetali captano i fotoni della luce solare e, per mezzo della clorofilla, delle sostanze inorganiche, dell’acqua e dell’anidride carbonica, formano il glucosio e da questo le proteine, i lipidi e tutto quello che serve per la vita vegetale e animale. Le piante appaiono dunque come fonte insostituibile di queste sostanze per la vita animale. I tessuti meristematici e le cellule staminali vegetali, in cui è concentrata tutta l’energia vitale, la memoria biologica, l’informazione genetica, la potenzialità della pianta, sono capaci di attivare molteplici processi biologici e di apportare un valido contributo terapeutico all’organismo sofferente, rappresentando risorse illimitate di rimedi curativi.

La gemmoterapia, o meristemoterapia, fa parte di quella che viene definita fitoterapia rinnovata. Alla Gemmoterapia Classica (GC) si sta sempre più affiancando la Fitoterapia Embrionale (FE), i cui rimedi sono estratti concentrati di cellule staminali vegetali (Plant Stem Cells PSC). Sia la GC sia la FE utilizzano a scopo terapeutico estratti di tessuti embrionali (gemme, giovani getti ecc..); questi mantengono le facoltà anaboliche totali delle primitive cellule vegetali della pianta capaci di sviluppare tutte le potenzialità, cosa che le cellule adulte differenziate hanno perso. Pur essendo simili, i rimedi in GC e FE si distinguono in termini di concentrazione. Nella realizzazione di questi preparati, non si ricorre a nessuna temperatura troppo elevata che possa degradare le preziose sostanze contenute nelle piante, né a nessun congelamento che ne possa modificare la struttura cellulare. Dopo un’accurata pulitura, le parti vegetali fresche, ossia i tessuti meristematici raccolti nel loro tempo balsamico, sono sistemate in stufa e vi sono lasciate fino al raggiungimento del peso costante; il materiale vegetale viene quindi posto a macerare per tre settimane in una miscela di alcool e glicerina, la cui quantità è calcolata in modo da ottenere un prodotto finale che corrisponde a 20 volte il peso della materia prima riportata allo stato secco. Segue una decantazione/macerazione di 28 giorni con successiva filtrazione sotto pressione costante; le restanti parti vegetali sono calcinate e dal residuo della calcinazione si estraggono i sali da cui si ottengono gli oligoelementi che verranno aggiunti al macerato madre. Il filtrato viene lasciato riposare per 48 ore e sottoposto a una ulteriore filtrazione. Si ottiene così il macerato glicerico (M.G.) di base o macerato madre appunto. Questo, tal quale, costituisce il rimedio PSC della FE, che quindi ha una concentrazione 10 volte superiore a quella del rimedio gemmoterapico classico; il gemmoderiv

Nel drenaggio biologico trovano forse la loro espressione migliore sia i LES sia i PSC; questi ultimi, in aggiunta, grazie all’elevata concentrazione, costituiscono un valido strumento per ristabilire e conservare l’equilibrio naturale, esaltando e potenziando lo stato di salute, fornendo all’organismo l’impulso energetico, la scintilla di vita delle cellule staminali vegetali, risorse curative dalla potenzialità illimitata.

Se da un lato per scegliere il rimedio più efficace occorre valutare quale sia il distretto, l’organo, l’apparato, il sistema o tessuto colpito, in base all’organotropismo, ricordando che caratteristica peculiare degli estratti meristematici è appunto la selettività/affinità per una particolare struttura corporea, dall’altro bisogna considerare che la scelta dell’uno o dell’altro rimedio, di estratti meristematici più o meno concentrati, quindi di PSC o LES, dipende anche dal livello di intossicazione organica, compromissione delle funzionalità, dal conseguente quadro patologico e se l’accumulo di scorie metaboliche interessa solo la ECM o coinvolge anche gli spazi intracellulari. Non solo è necessario annullare la presenza delle tossine nella ECM, ma occorre eliminare anche le tossine intracellulari, se presenti, e trasportarle, attraverso la ECM, preventivamente risanata, agli organi emuntoriali, ulteriore bersaglio di drenaggio, convogliando in senso centrifugo ed espellendo dall’organismo le tossine, sia esogene sia endogene. A differenza dei drenanti fitoterapici (tinture, estratti, polveri, tisane ecc.) che agiscono a livello mirato sulle tossine e sugli organi, gli estratti meristematici agiscono non solo su questi ma anche ai vari livelli di matrice, extra e intracellulare, nonché su turbe e perturbazioni enzimatiche del sistema reticoloendoteliale, ossia del sistema dei fagociti mononucleati, di quell’insieme di cellule (reticolari, collocate nei polmoni, nella milza, nel midollo osseo e nei linfonodi; macrofagi; cellule di Kupffer, situate nel fegato) che hanno la proprietà di inglobare nel proprio citoplasma e di digerire particelle di varia natura, svolgendo una duplice funzione, di depurare il sangue, la linfa e i tessuti da qualunque materiale anomalo, e di collaborare con le cellule del sistema immunitario (in particolare con i linfociti T) nelle reazioni di difesa immunitaria dell’organismo.

Poiché le applicazioni terapeutiche degli estratti meristematici, siano essi PSC o LES, coinvolgono la totalità dell’organismo, dall’apparato cardiovascolare a quello muscoloscheletrico e ostearticolare, dall’urogenitale al digerente, dal sistema nervoso a quello immunitario, dal sistema endocrino all’apparato respiratorio, i campi di intervento possono essere a vasto raggio: dermatologia, allergologia, ginecologia, ematologia, oncologia, infettivologia, pediatria, psichiatria, geriatria, oftalmologia, odontoiatria.

Da tempo le cellule staminali vegetali (PSC) sono impiegate negli atleti per fornire maggiore sostegno e ottenere migliori prestazioni, nei bambini per problemi legati alla crescita, come terapia sostituiva nel processo di invecchiamento, nella rimarginazione di ferite. La terapia con PSC, infatti, aumenta la resistenza durante l’esercizio fisico, favorisce la guarigione in seguito a malattie e ospedalizzazioni, rallenta l’invecchiamento cutaneo e corporeo, rafforza i muscoli, riduce il peso e i grassi corporei in eccesso, incrementa la memoria, migliora la capacità visiva, rende la pelle liscia, tonica, compatta, ostacola l’osteoporosi per la loro azione osteoblastica, migliora il sonno. Le PSC rappresentano dunque un trattamento innovativo nel campo della medicina complementare e consente ulteriormente al medico di far propria la massima latina “Primum non nocere –  per prima cosa non nuocere” in virtù del fatto che questo tipo di terapia è efficace senza creare alcun rischio per l’uomo. Inoltre le PSC potenziano il potere terapeutico della natura, che è innato in ogni essere umano. A differenza dei rimedi allopatici che sopprimono o eliminano solo i sintomi, le PSC rimuovono le cause della malattia, agendo in toto sul paziente per ripristinare e salvaguardare lo stato di salute e di benessere. A ciò si aggiunge che l’efficacia degli estratti meristematici risiede nella somma dei principi fitochimici contenuti nella pianta; un componente specifico isolato non riuscirebbe ad avere la stessa efficacia data invece da tutto lo spettro dei principi fitochimici. La coesistenza in questi estratti delle cellule staminali vegetali, dei fitormoni e della molteplicità di preziose sostanze fanno sì che, su un piano olistico, l’individuo riceva con potere sinergico l’informazione genetica, la terapeutica potenzialità e l’energia vitale della pianta.